RELITTI DI UN NAUFRAGIO
Memorie sulla Grande Guerra, cent’anni dopo
Memorie sulla Grande Guerra, cent’anni dopo
La Grande Guerra, al di là della prosopopea interventista, è inevitabilmente per i soldati italiani al fronte una sorta di naufragio collettivo, in cui le loro esistenze, come relitti in balia degli eventi, sono messe di fronte alla precarietà della condizione umana. Relitti di un naufragio, espressione di ungarettiana memoria, è il titolo di questo lavoro che mira a scandagliare, senza enfasi e retorica, il Primo conflitto mondiale, ovvero il primo incontro dell’Occidente con la morte di massa, adottando però il filtro della micro-storia, dal punto di vista quindi dei soldati al fronte, della vita in trincea.
La follia della guerra, il turbamento dei soldati al fronte, l’angoscia delle famiglie rimaste ad aspettare il loro ritorno, la morte. Sono questi i temi dello spettacolo “Relitti di un naufragio”, nuova produzione del Gruppo Panta Rei che si inserisce all’interno delle celebrazioni per il Centenario della Grande Guerra. In questa rappresentazione, il Primo conflitto mondiale viene depurato da ogni forma di retorica ed espresso attraverso un simbolismo feroce, a tratti surreale. La retorica interventista, l’inadeguatezza dei comandi, i sotterfugi della politica vengono denunciati in modo subliminale, attraverso il ricorso ad un linguaggio moderno e ad una scena volutamente “povera”, che mira a rappresentare le terribili condizioni in cui erano costretti a sopravvivere i soldati. Lo spettacolo ripercorre la Grande Guerra raccontando la notte in trincea sull’Altopiano di Asiago di due soldati italiani: un maestro di scuola arruolatosi volontario pieno di ideali e un contadino strappato improvvisamente alla sua terra d’origine e alla sua famiglia. Sullo sfondo, il racconto degli avvenimenti che hanno segnato il conflitto: dall’attentato di Sarajevo al Patto di Londra, dalle battaglie sul Carso alla Strafexpedition sull’Altopiano, da Caporetto alla vittoria finale. Della Grande Guerra vengono indagati anche i lati più oscuri, come le fucilazioni dei soldati ad opera dei loro stessi comandanti e l’utilizzo delle armi chimiche.
Testo di Enrico Saretta
Regia di Paolo Bergamo
Con Paolo Bergamo e Barbara Scalco
Scenografia e costumi di Rita Lelio
Selezione musiche di Paolo Bergamo
Costumi di Barbara Scalco
Pubblico: serale e scuole secondarie di I e II grado
Tecniche: teatro d’attore
Durata: 60 minuti
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